Questo lo faccio per …te!
e’ una frase che diciamo spesso in tutti gli ambiti dalla politica alla sfera privata.
c‘era una volta una santa donna che diceva spesso: questo l’ho fatto per te…. raccontando fatti di privazioni e sofferenze per i figli , per il marito o per gli amici.
viveva principalmente per gli altri lasciando indietro i suoi desideri e le sue speranze.
un giorno i figli le dissero che se ne sarebbero andati a vivere la loro vita, si erano sposati, lavoravano ed alla madre non restò che accettare anche questa sfida che per lei rappresentava l’ennesima sofferenza, ma, pensò: - lo faccio per loro!
il marito capiva che la moglie soffriva e cercava di farle capire che doveva reagire e non lasciarsi abbattere da questa sua intenzione di negare la propria vita per “regalarla agli altri”
escogitò allora un esperimento per svegliare la moglie e, insieme ad alcuni amici si inventò questo progetto:
- portò la moglie in campagna in casa di amici che avevano accolto la richiesta del marito per questo esperimento. la donna in primis non voleva andare perché diceva, come posso lasciare tutto, in casa ho tanto da lavorare, ma il marito chiese che facesse questo per …lui e così la donna accetto questo passaggio senza intuire ciò che il marito aveva in mente.
nel casale vivevano i nonni che coltivavano la terra ed avevano anche tanti animali: dalle galline, mucche, pecore e coltivavano la terra ed avevano un orto con tutte le prelibatezze .
entrambi i coniugi si offersero di aiutare e così iniziarono a mungere il latte, a vedere la nascita di nuovi agnellini, a coltivare verdure ed anche a… nutrirsene!
la vita nella campagna si svolgeva tranquillamente ed anche se alla sera era stanca per le varie incombenze che riusciva a svolgere con grande piacere e tranquillità la donna sentiva una nuova serenità e non si colpevolizzava se qualcosa andava storto, capiva che era normale e non doveva “sacrificarsi” e nemmeno annullarsi per il volere della mucca, della pecora o delle verdure dell’orto. loro nascevano , vivevano e facevano ciò che la natura aveva stabilito per loro .
la donna era estasiata da come la natura facesse il suo corso e che tutto fosse in sintonia con il tutto. e iniziò a farsi delle domande: chi sono io? perché sono così serena anche se mi dedico agli altri e non provo sofferenza?
ne parlava anche con il marito che sotto sotto sogghignava felice.
sai – gli diceva – qui è tutto più semplice – a casa mi sentivo sempre in colpa e facevo tutto per annullarmi e sacrificarmi – facevo sempre le cose per te o per i nostri figli senza pensare a me stessa o a fare qualcosa che mi rendesse serena.
vedo che nonostante tutto qui in campagna la natura fa il suo corso e noi dobbiamo solo aiutare che tutto vada come deve andare e rispettare ciò che è necessario affinchè sia gli animali che l’orto vivano interagendo con loro.
perché in città tutto è diverso?
ho vissuto una vita non mia, mi sono creata muri/divisioni/negazioni e non ho vissuto.
ho vissuto nella mia negazione della via credendo che probabilmente non avessi il diritto di vivere ciò in cui credevo e volevo.
perché violentare il mio essere e nascondere coò che volevo e fare qualcosa per gli altri evitava di fare per me stessa.
vivere la propria vita senza paure, punizioni realizzando i propri sogni e lottare affinchè si realizzino, questo ho capito – è lo scopo della vita che riprende lo scopo della vita universale che si rispecchia nella natura e che viene scoperta solo dopo la realizzazione della propria vita.
chiese al marito di perdonarla e ringraziò di questo percorso che era stata quasi “costretta ad accettare” ma che si era rivelato la realizzazione della sua vita.
il marito abbracciandola le disse: - tu hai seguito la via più difficile e più lunga ma finalmente hai capito che la gioia è parte essenziale della vita e non devi negarti più ad essa. vivi dunque con gioia la vita che ti porterà a vivere nella luce in unione con la natura ed il cosmo.
5 maggio 2012
franca
|