“occorre uscire dalla tragedia che ci vincola nella materia
mentre il qui ed ora conduce al cambiamento”
ogni vit aporta la sua tragedia che comprende il suo vissuto ed il suo vivere.
la tragedia fa parte della vita senza conoscenza, della vita materiale vissuta coì’, tanto per vivere, accettandone i compromessi un po’ anche per vigliaccheria, perché la tragedia implica le paure. tutte le paure che ci lacciano lì, proprio nella tragedia, perché il cambiamento che porta al suo abbandono è a suo stesso dire: tragedia!
tragedia, dunque, è ciò che non si vuole lasciar andare; è trattenere i suoi tratti nella vita e lasciarsi intorpidire giorno dopo giorno nella morte spirituale che non trova il suo ardire nello sciogliere quei nodi così duri ma anche così semplici da sciogliere con l’amore!
l’amore è perciò essenza che ci redime e porta a trasfigurare la tragedia in possibilità ed a dissolverne i tratti in nuova vita.
imparare dalla tragedia è una lezione di vita e di amore valutando quando è il momento di sciogliersi come una nuvola si scioglie in pioggia che vivifica la terra, così come le lacrime vivificano il nostro cuore dissolvendo la prigione della tragedia.
vivere è quel viaggio che ci fa conoscere le possibilità della trasformazione in conoscenza e mutare la prospettiva che la tragedia invece vieta facendo guardare il sasso e non il nostro essere di luce.
la tragedia è la luce che nel sasso si racchiude e che potrà illuminare il viaggio delle intenzioni e delle possibilità con percorsi intessuti di nuove valutazioni per affrontare con coraggio le paure e arrivare ad una nuova conoscenza in una luminosa implosione di speranza!
questa nuova visione avrà alti orizzonti in cui perdersi ed il etmpo cesserà di avere il valore dell’ieri e dell’oggi identificandosi nel qui ed ora, particella dell’essere che si ritrova nell’io sono!
27 maggio 2012
franca
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